sabato 17 maggio 2008

LA PAROLA SGHEMBA

Assopisco i nervi con piccole dosi di dolce veleno..
veleno blando che di certo non basterà a concer loro l'immobilità agoniata..
Mi rifugio sotto le coperte..mi copro fino ai capelli..e da qui scrivo..
E' buio e queste parole sghembe avran bisogno di una traduzione..
non si sente niente..nessun rumore ..nessuna voce..nessun umore...si gode un'insolita pace...
E' la quiete forse?...
Ad un tratto sento una voce da dietro la porta di legno...
"L'unico modo sarebbe ucciderla..non la sopporto piu'..o lei o io...basterebbe una pistola..un colpo secco e via..questo si meritano quelle come lei!"mia sorella le dice qualcosa con tono d'approvazione mentre sogghigna soddisfatta..
Era mia madre...parlava di me...
l'abbraccio della calda coperta non basta a consolare la rabbia che mi esplode dentro..
rabbia contro di lei..contro la sventura dei giorni..contro lo schifo qui intorno che mi arreca solamente nausea..
e contro di me..misera parola sghemba..in attesa ancor di traduzione...ma con tutto il fottutissimo diritto di restare viva...

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